venerdì 30 settembre 2011

Estetica vs contenuti, ovvero il dilemma di una vita

E' da un po' che rifletto su quest'argomento, e visto che il blog serve non solo a spammare le mie foto ma anche a dire qualcosa di utile e/o condividere riflessioni personali, ho deciso di fare un post a riguardo, anche se a dirla tutta non ho la più pallida idea di quello che sto per dire, nè tantomeno di COME dirlo.
Mettiamola così: ci sono tantissimi modi di intendere e di fare la fotografia. Ognuno ha naturalmente una propensione, una preferenza magari per una determinata tecnica o un determinato soggetto. Io, per dire, nella mia banalità, amo i ritratti e sono una fondamentalista dei soggetti umani e, in particolare, femminili. C'è chi sta in fissa con le macro di fiori, chi con il bianco e nero e quant'altro.
Ora, però, prendiamo il ritratto: ritrarre una persona non si limita semplicemente a fotografare la sua faccia, o almeno non sempre. Si cerca di ritrarre in qualche modo anche aspetti della persona non materialmente visibili, come il carattere, o le passioni, o quant'altro. C'è anche chi cerca di metterci un po' di sè.
C'è poi chi utilizza soggetti umani non per farne il ritratto in sè e per sè, ma per dire qualcos'altro, per esmprimere dei concetti, per trasmettere delle sensazioni o un messaggio. Ecco, il problema sta qui: estetica o contenuti? Per rimanere sul tema ritratto: foto di una bella ragazza vestita bene o foto di una ragazza magari non bellissima/perfettamente abbigliata, ma che trasmette un messaggio?
La risposta è un enorme boh.
E' da quando ho iniziato "seriamente" con la fotografia che mi pongo domande di questo tipo, ma la risposta continua a sfuggirmi. Sono sempre stata orientata verso i soggetti umani, quindi all'inizio è stato facile, mi piaceva fare ritratti e facevo ritratti. Poi sono passata agli autoritratti, visto che i soggetti a disposizione si sono rivelati ben pochi purtroppo, e lì già è entrata in gioco una componente più intima, in quanto inevitabilmente nell'autoritratto non si mette solo la propria faccia, ma anche quello che si è. Tra l'altro, io la mia faccia ce l'ho sempre messa poco e niente.
Però anche nell'autoritratto il dubbio su cosa cercare di comunicare, o se non cercare di comunicare affatto rimane. Parlando con altre mie amiche con la passione della fotografia tante volte mi sono sentita dire "la fotografia per me è terapeutica", "io nelle foto ci metto il mio stato d'animo, oppure cerco di dire come mi sento, di sfogarmi". Beh, io nelle mie foto ci metto i miei vestiti nuovi, giochi di luce e cose carine. Non che non abbia mai voglia di comunicare un messaggio, ma è una cosa che capita di rado e in modo completamente casuale, e spesso tristemente il messaggio che cerco di trasmettere non risulta nemmeno chiaro.
Ultimamente, tra l'altro, mi sento in un vero e proprio limbo. All'inizio, infatti, pensavo di voler fare fotografia di moda, quindi la risposta era "estetica prima di tutto", e tutti felici e contenti. Anche se poi in realtà pure in campo moda il discorso non è così ovvio(pensiamo a due fotografia a caso, Tim walker e Steven Meisel; entrambi fotografi di moda, con la differenza che Tim Walker nelle sue foto crea dei veri e propri mondi! Insomma, il discorso è ingarbugliato).
Col tempo, però, anche se le mie foto sono pur sempre per lo più composte da vestitini e ragazze longilinee, ho avuto l'impressione di essermi allontanata dall'idea iniziale. Ho cominciato ad apprezzare una fotografia più intima, che parla di sè, del quotidiano, delle piccole cose e di momenti speciali, e mi sono infatti avvicinata anche allo still life(seppur non si tratti minimamente dello still life classicamente inteso, cioè quello duro e puro, ma di uno still life che sottointende una presenza umana). Poi è iniziata la fissa dell'analogico, e so che è uno stupido clichè, e io in primis mi odio per quello che sto per dire, ma con l'analogico anche se non so perchè sembra davvero tutto più speciale, anche le piccole cose, appunto. Quindi via, scattare senza pensare(beh, sempre relativamente), chissene se c'è un messaggio o meno, ci penserò dopo.
A parte tutto il genere di fotografia che mi piace e seguo non è propriamente la fotografia concettuale, tranne in rari casi sono sempre più per una fotografia semplice e con quella sorta di stampo "diaristico"(ma esiste come parola?), quindi potrei anche smetterla di farmi tanti problemi e continuare a fare il genere di fotografia che amo, ma il dubbio se le mie foto trasmettono o meno qualcosa rimane. A volte ho l'impressione di fare scatti veramente troppo frivoli, o più che altro "materiali"(anche se poi quando veramente fotografo una collanina solo perchè è carina non pubblico nulla, insomma).
Quindi il punto è(e tocca fermarmi perchè potrei andare avanti a delirare all'infinito): voi cosa ne pensate? Al via le riflessioni personali!

lunedì 19 settembre 2011

Summer on a solitary beach

Visto che è un po' che non scrivo nulla, e visto che per il momento non ho molto da dire ma ho un po' di foto da mostrare, ho pensato che in fondo ogni tanto posso permettermi un post di sole foto. Queste le ho scattate un paio di settimane fa sempre con la solita Canon at1, e già che c'ero ho rischiato anche un paio di polaroid(a dirla tutta ho fatto uno o due scatti anche con la Holga, ma come al solito ci metto i secoli a finire i rullini che monto in quell'affare).
Si, lo so, il tema "ragazza vestita di bianco che sguazza allegramente al mare" è DECISAMENTE inflazionato, ma prima o poi volevo fare qualcosa del genere anche io, e a parte tutto i risultati non mi dispiacciono.
Da notare quanto siano diversi i colori da un supporto all'altro; le polaroid, che siano pellicole originali o impossible project, risentono sempre abbastanza della temperatura.
Ma bando alle ciance, ho detto solo foto e solo foto siano.

martedì 6 settembre 2011

Polaroid: tutto quello che avreste sempre voluto sapere...


...e non avete mai osato chiedere. O meglio, magari avete osato, ma solo per rendervi conto che la faccenda era più complessa di quanto sembrasse.
Se dico polaroid tutti pensano a una macchinetta plasticosa, abbastanza limitata in quanto a caratteristiche e capacità, che sputa fuori foto quadrate pronte per essere sventolate nell'attesa che l'immagine si palesi. Ebbene, innanzitutto le polaroid NON si sventolano. Non ricordo perchè, nè dove l'ho letto, ma le cose stanno così.
Per quanto riguarda la macchinetta plasticosa... beh, la parola polaroid non si limita a così poco.